Doveva succedere prima o poi; YouTube, nei nuovi Termini di Servizio in vigore dal 10 Dicembre 2019, si riserva il diritto di chiudere qualunque canale con cui il rapporto non sia per Google “commercialmente praticabile”.
In estrema sintesi, se avete un canale YouTube dove postate i vostri video (magari da anni e anni) che non rende abbastanza, potreste vedervelo chiudere da un momento all’altro senza preavviso.
Se qualcuno pensava davvero che Google fosse un’azienda votata all’altruismo, che mette in piedi infrastrutture da miliardi di dollari l’anno senza ricevere niente in cambio, adesso capirà che il gioco è finito: o i vostri video rendono abbastanza denaro a YouTube oppure è possibile che il vostro canale venga chiuso (e capire quanto denaro sia “abbastanza” per YouTube non è assolutamente possibile al momento), e questo vale anche per chi ha un account su cui non carica nulla ma si limita ad usarlo per guardare video.
Sui social (su Twitter in particolare), si è scatenato giustamente il panico, con decine di migliaia di discussioni e commenti.
Alcune testate (Mashable in primis) si sono mosse per chiedere commenti a Google ma, com’era prevedibile, al momento non è arrivata nessuna risposta.
Il consiglio è ovviamente quello di non basare la propria attività su strumenti apparentemente “monopolistici” di chicchessia, specie se gratuiti, perchè le condizioni possono essere cambiate unilateralmente senza controllo: un po’ come fa Darth Vader con i suoi alleati ne L’Impero colpisce ancora.
Ad oggi Google (che è proprietaria di YouTube) è in assoluto il censore del web a livello mondiale: se il tuo sito non risulta nell’indice, nessuno lo trova, perchè tutti cercano tutto su Google. Una simile posizione di controllo dovrebbe essere smontata alla base con azione governativa ma, dato che per gli stessi governi Google è uno strumento di raccolta informazioni come non ne esistono altri, ecco che nessuno fa nulla.
Il problema, in estrema sintesi, è sempre lo stesso: giganti come Facebook e Google sono liberi di fare il bello ed il cattivo tempo quando e come a loro pare e piace, senza che nessuno, nemmeno il governo, possa (ma soprattutto voglia) fare più di tanto.
Un monopolio implica che ci sia sulla scena un solo attore che offre un servizio. Ma i servizi di Google, YouTube, Facebook etc. etc. vengono offerti anche da altri. In poche parole, sono gli utenti a determinare la posizione di controllo che queste multinazionali hanno assunto.
Se per 30 giorni nessuno al mondo facesse più ricerche su Google, guardasse un video su YouTube o entrasse nel proprio account Facebook, il danno per questi signori sarebbe inimmaginabile e passerebbero immediatamente a più miti consigli, perchè a loro quello che importa è guadagnare denaro.
Ancora una volta ricordo che per smontare il potere di qualcuno oggi, basta comprare i prodotti da qualcun altro.
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