Visi­bi­li­tà sul web: SEO o non SEO?

Ha dav­ve­ro anco­ra sen­so par­la­re di SEO, con i cam­bia­men­ti intro­dot­ti da Goo­gle (e quel­li che sta per intro­dur­re)? La discus­sio­ne infu­ria da mesi e non por­ta ad alcu­na con­clu­sio­ne net­ta. Quel­lo di cui però voglio par­la­re in que­sto arti­co­lo è altro.

Innan­zi­tut­to cer­chia­mo di chia­ri­re: Goo­gle non è la Com­pa­ny dei buo­ni sama­ri­ta­ni: la mis­sion di Goo­gle, qua­lun­que cosa dica­no i suoi diri­gen­ti, è una sola: fare più sol­di pos­si­bi­le. Tenen­do que­sto ben pre­sen­te nel­la men­te, pos­sia­mo ana­liz­za­re tut­to il resto par­ten­do dal­la cor­ret­ta visione.

Per fare sol­di (par­lan­do del­la par­te web limi­ta­ta al moto­re di ricer­ca), Goo­gle deve poter piaz­za­re con­te­nu­ti spon­so­riz­za­ti sem­pre più con­gruen­ti alle ricer­che del­l’u­ten­te e, con­tem­po­ra­nea­men­te, alle sue esi­gen­ze cono­sciu­te. La pro­fi­la­zio­ne ser­ve ovvia­men­te a que­sto ma ne par­le­re­mo in altri articoli.

Dedi­chia­mo quin­di la nostra atten­zio­ne alla pri­ma par­te del­la fra­se, ovve­ro ai con­te­nu­ti con­gruen­ti con le ricer­che dell’utente.

Non mi stan­che­rò mai di dire che, per esse­re appe­ti­bi­le, un sito deve innan­zi­tut­to con­te­ne­re del testo. Sen­za una giu­sta quan­ti­tà di testo, per Goo­gle quel sito non costi­tui­sce un inte­res­se in quan­to gli risul­ta dif­fi­ci­le capi­re di cosa par­la. Di con­se­guen­za rag­giun­ge­re alti piaz­za­men­ti nel­le SERP per qua­lun­que paro­la chia­ve (e non solo per quel­le desi­de­ra­te), diven­ta mol­to improbabile.

Poco impor­ta se nel frat­tem­po qual­che fur­bac­chio­ne è anda­to dal pro­prie­ta­rio e gli ha pro­po­sto un po’ di pra­ti­che (maga­ri di quel­le che fan­no anda­re in bestia Moun­tain View…) che han­no momen­ta­nea­men­te alza­to la visi­bi­li­tà: dopo un perio­do varia­bi­le, Goo­gle pena­liz­ze­rà quel sito che si rito­ve­rà a sva­ni­re dal­le SERP.

Per ren­de­re visi­bi­le qual­sia­si con­te­nu­to sul web tra­mi­te i moto­ri di ricer­ca, oggi con­ta­no sostan­zial­men­te tre cose: la pri­ma è, ovvia­men­te, che esi­sta un con­te­nu­to, seman­ti­ca­men­te ana­liz­za­bi­le e con­gruen­te con il resto del­l’ar­chi­tet­tu­ra del sito che lo pro­po­ne. La secon­da, anco­ra una vol­ta, pur­trop­po, il nume­ro e la qua­li­tà dei bac­klink che pun­ta­no a quel con­te­nu­to. Tut­to il resto può ave­re un sen­so anche fon­da­men­ta­le, ma sen­za le pri­me due cose, non ci sarà para­me­tro o truc­co che tenga.

Quin­di, quan­do met­te­te in pie­di per esem­pio un e‑commerce e dimen­ti­ca­te di cor­re­da­re ogni sche­da arti­co­lo da una suf­fi­cien­te quan­ti­tà di testo, non aspet­ta­te­vi un’in­di­ciz­za­zio­ne par­ti­co­lar­men­te favo­re­vo­le. Anche per quan­to riguar­da AD Words, Goo­gle pre­fe­ri­sce comun­que tro­va­re del testo con­gruen­te alle paro­le chia­ve uti­liz­za­te come tar­get nel­la cam­pa­gna, altri­men­ti non potrà deci­de­re la rea­le con­gruen­za del con­te­nu­to con le paro­le chia­ve desi­de­ra­te e… sare­mo daccapo.

Abbia­mo poi un altro fat­to­re: il pub­bli­co. Aven­do la pos­si­bi­li­tà di trac­cia­re il lavo­ro di uno spi­der, si osser­va che mol­to spes­so il ragnet­to in que­stio­ne segue i per­cor­si più get­to­na­ti dagli uten­ti in visi­ta al sito (e mol­to spes­so li segue pro­prio pun­to per pun­to…). Quin­di, più pub­bli­co avre­mo sul nostro sito, più infor­ma­zio­ni di pro­fi­la­zio­ne pas­se­re­mo a Moun­tain View e que­sto, se pos­si­bi­le, è qual­co­sa che fa veni­re i luc­ci­co­ni agli occhi di Goo­gle anco­ra di più di un testo ben for­mat­ta­to e seman­ti­ca­men­te chiaro.

Quin­di quel­lo che occor­re è che il nostro sito sia qual­co­sa in cui gli uten­ti abbia­no pia­ce­re a navi­ga­re, e quin­di dovre­mo pro­por­re con­te­nu­ti di inte­res­se, faci­li da rag­giun­ge­re e da pas­sa­re in rassegna.

Di nuo­vo, sia­mo ai con­te­nu­ti. Con­te­nu­ti scrit­ti per il pub­bli­co, quin­di, più che per i motori.

La rete si sta sna­tu­ran­do, a cau­sa del­la sem­pre mag­gio­re quan­ti­tà di infor­ma­zio­ni che vi si pos­so­no tro­va­re, e del­la ormai asso­lu­ta pre­do­mi­nan­za di Goo­gle per quan­to riguar­da la ricer­ca di con­te­nu­ti, e sem­pre più cosid­det­ti SEO vaneg­gia­no ai clien­ti di mira­bo­lan­ti truc­chi e pra­ti­che per por­ta­re i loro con­te­nu­ti alle pri­me posizioni.

Alcu­ne vol­te que­sto vie­ne fat­to in buo­na fede, lavo­ran­do nel­la mas­si­ma cor­ret­tez­za e rispet­to, sia del­l’i­po­te­ti­co uten­te che del moto­re. Altre, pur­trop­po in occa­sio­ni sem­pre più nume­ro­se, ven­go­no pro­po­ste ope­ra­zio­ni ille­ci­te per Goo­gle che por­ta­no ine­vi­ta­bil­men­te a un disa­stro o ad una com­ple­ta dipen­den­za dal SEO in questione.

E’ un con­cet­to spes­so dif­fi­ci­le da far pas­sa­re al clien­te, tut­ta­via è essen­zia­le che ven­ga spie­ga­to correttamente.